giovedì 30 dicembre 2010

Riflessione di natale

E' sempre bello festeggiare a caso.
Il natale offre ogni anno un ottimo spunto per farlo.
Mangi il panettone, scarti i regali, giochi a carte e preghi.
.....anche se tutto questo non riesce a convincermi a fondo della bellezza e dello spirito della festa.

Bypassiamo il fatto che tutto questo è originato da uno strano rapporto morboso fra la massa e jesus.
Bypassiamo il fatto che il panettone non è un gran ché, sia con che senza i canditi.
Bypassiamo il fatto che i regali una volta su 5 sono orrendi e per lo più privi di macchinine gig nicko.
Bypassiamo il gioco delle carte perché su questo non posso argomentare nulla (mi piace giocare a carte!).

Con tutti questi bypass si può quasi riflettere che in fin dei conti il natale non è così tanto un festeggiamento.
Cioè, di fatto, si può dar esattamente contro alla tesi con cui avevo iniziato tutto il pensiero.
Questo è vero alla luce del fatto che a me i festeggiamenti piacciono più giocondi di quelli natalizi.
Tipo mi piace che ci sono le immagini sulle finestre, i bicchieri con il nome, gli amici simpatici e la musica bella.
Si!! Mi piacciono quel tipo di festeggiamenti, il cui esempio fantastico è il carnevale, dove tutto è più finto.
Il carnevale ha di magico che tutto non ha senso.
Il carnevale ha di magico che non è legato a nulla di cristiano-protestante.
Il carnevale ha di magico che ti puoi travestire da cancello.
Il carnevale ha di magico che spari le stelle filanti e fai gli scherzi simpatici.

Il natale non è così bello come il carnevale cazzo.
Ora che ci penso.
Intendo ora, dopo aver riflettuto a seguito dell'incipit.
Ora.
L'istante.
Il tempo.
Lo spazio.
No.

sabato 18 dicembre 2010

L'origine del mondo

E' bellissimo come una qualsiasi situazione tende al caos in maniera così perfetta e puntuale.
La terza legge della termodinamica è reale, è fantastica.
Ci aiuta a comprendere fenomeni istintivamente inaccettabili con l'aiuto della ragione.

Per esempio, giustifichiamoci razionalmente il concetto di "entropia" analizzando la giornata di oggi:
Sole, poi meno sole, poi meno sole e un po' di neve, poi meno sole e un po' più di neve, poi niente sole e tanta neve, poi il fastidio, poi un tale Francesco che ti offre biscotti fatti in casa, poi discorsi spagliati, poi riascolto di giretti registrati al cellulare e valutazione favorevole di alcuni di questi, poi ancora ghiaccio neve e niente sole, poi siamo a casa, poi ci rendiamo conto di essere veramente a casa, poi ceniamo insieme e ci lecchiamo le ferite.

Questo ha senso istintivamente?
No.
Questo è ordinato?
No.
Questo è reale?
Si.

Ecco.
Capolavoro.
La termodinamica vista così vince su tutto.
Comprendo meglio che starsi a incazzare serve a poco.
Il mondo si è creato casualmente e in modo del tutto disordinato per giunta....io ci credo!

giovedì 16 dicembre 2010

le attese

Se esiste qualcosa che ti agita, quelle sono le attese.

Non mi riferisco ad attese frivole tipo il postale che ti porta a scuola o l'attesa delle 4 di pomeriggio quando inizia game boat.......mi riferisco alle attese importanti.
Quelle che attendi per l'appunto.

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Attese che attendi è una bella cosa se analizzata artisticamente parlando.
Credo sarà sicuramente una frase codificata nel gergo poetico.
Il punto è che il gergo poetico è merda.
Ma questa è un'altra storia.
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Il tutto (e per tutto intendo "il ciò che ci circonda") funziona più o meno attendendo qualcosa.
Pensateci bene: Non sono gli esami a farti agitare ma gli istanti precedenti.
Quello che da l'input al delirio mentale è sicuramente il momento delle presenze:
"fast animals and slow kids???"
"presenti....siamo presenti signora realtà!!"

E poi da qui il buio:
"Ormai ha visto che ci siamo quindi se anche poi vogliamo rinunciare non potremo farlo oppure si farà un'idea sbagliata, potremmo sembrargli delle persone che scappano di fronte a delle difficoltà o persone che non si conoscono abbastanza per poter prendere una strada precisa e percorrerla tutta, oppure ancora potremmo sembrargli un rastrello....... siamo nella merda cari fasks"

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per chi si chiede: "ehi ma pronunci sempre la parola sterco quando dialoghi??"
la risposta è: "da grande voglio essere una sarta"
oppure: "questo non è un dialogo, questa è politica non-sense"
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Eh si.
L'esempio dell'esame è chiarificatorio.

Se siete riusciti (ma chi poi?? chi sta leggendo?? - momento autocommiserativo -) a seguirmi potrete quindi aggiungere un puzzle al percorso ed essere d'accordo che sul palco, durante un concerto, succede all'incirca la stessa cosa.

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Saranno d'accordo con te anche per forza visto che, stupido il mio narrante, stavi cercando di estendere il concetto di "attesa-snervante-fastidiosa-che-tanto-la-devi-fare-quindi-vai-con-la-corsetta-leggera-stile-maratona" a tutti i campi del reale già a partire dall'inizio del post.
Direi proprio che ti perdi nei tuoi pensieri amico.
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Comunque....succede anche nei live.
Non è di lunga durata come nell'esame però!
L'attesa varia nel tempo e quest'ultimo è proporzionale alla tipologia di evento preso in considerazione.
In sintesi:
"concerto grosso" = "tempo di cagaccio estremo"
"concerto piccolo" = "tempo di cagaccio, NO"


.............Una volta dimostrata l'ipotesi ora vi spiego perché l'ho formulata:
Domani suoniamo al Milk! ad arezzo.
Dopo domani invece facciamo il secondo concerto di apertura al Teatro degli orrori.
In entrambi i casi ci troviamo in una fascia di attesa abbastanza alta.
In base all'equazione sopra riportata penso proprio potete trovare la soluzione da soli.

sabato 11 dicembre 2010

Stupisciti Darwin!

Poteva infondo saperlo Darwin??
Intendo, poteva forse sapere che proprio la specie più animale fra quelle da lui analizzate era anche quella che più di tutte avrebbe messo in crisi le sue teorie??
No, voglio dire, cosa c'è di più inadatto e al tempo stesso vitale (da leggersi: capace di proliferare) dell'uomo??

Argomentiamo:

Cosa facciamo per essere così inadatti?

1) Socializziamo.
Ci si cosparge di rapporti sociali per sentirsi integrati e poi ci si piange dentro mentre la coscienza fra sorrisi e aperitivi ti dice: "ehi, merda secca.....mangia le patate con i gamberetti e poi torna a casa che tanto quello che hai intorno è una massa di nulla. Non ti interessano e tu non interessi loro. Cara la mia merda secca.".

Siamo inadatti perché il nostro socializzare non si ferma al perfetto: "riproduzione + ottenimento di cibo"
Viva gli animali veri.
Quelli non umani.

2) Speriamo.
Stupida speranza. Quanti ne fai fuori.
A me non mi prendi manco per il cazzo...e ci tengo a fartelo sapere...ma in linea di massima hai più adepti te di quanti ne abbia io quindi "touche", hai vinto te, complimenti, condoglianze forse.

.....Ci si perde nei bicchieri di speranza senza neanche vedere ciò che realmente ci circonda.
Pensiamo ancora agli altri animali: se non trovano cibo lo cercano.
Noi se non troviamo cibo speriamo che la mamma faccia la spesa il prima possibile.
E probabilmente sarà così....ecco perché la speranza ha tutta quella gente che la segue.

Un enorme missile di realtà.
Questo servirebbe a chi spera.

3) Suoniamo.
Questo ci rende fortemente inadatti.
Cosa è per noi umani più pericoloso del mettere a nudo l'interno??
Nulla...e con la musica lo fai.

Perché se la massa capisce quel che vuoi veramente dire probabilmente non ti riprodurrai.
Chi mai vorrebbe riprodursi con qualcuno di cui già sa tutto??
E allora via a nascondersi nelle coperte.


Io vado a letto.

Questo è il primo post dei fast animals and slow kids.
E non ha senso se lo rileggi al contrario.
Nonostante fa sicuramente ridere.
Ridere sicuramente fa nonostante.
Dimostrazioni spicciole these days.